posto preferito, perché solo lì riuscivo ad immaginare quel luogo così ricco di acqua. Negli ultimi tempi, però, i nuovi tasselli della storia cominciarono a scarseggiare, perché il nonno sempre più spesso era colpito da una strana sonnolenza; la mamma diceva che quello che gli stava capitando era naturale e significava probabilmente che il suo tempo in questo mondo stava finendo. Gli occhi semi-chiusi, la testa ciondoloni, il corpo un po’ rannicchiato su se stesso: così trovavo il nonno il più delle volte, quando andavo a trovarlo…sembrava che la sua mente fosse altrove… Purtroppo tutti i pezzetti del racconto che riuscii a mettere assieme non erano sufficienti a capire dove potesse trovarsi Danzanabbo, ma mi ero fatto una certa idea sulla direzione da intraprendere e, visto che la mente del nonno non ritornava dai suoi viaggi, decisi che alla prima luna piena sarei partito alla ricerca di quel posto. Non potevo dire niente a nessuno, nemmeno alla mamma perché lei non mi avrebbe permesso di lasciare il villaggio; andai solo a salutare il nonno ed il “Vecchio Saggio”. Lasciai alle spalle il villaggio, immerso ancora nel sonno della notte…dopo aver camminato per diverso tempo, pensieri e timori sulla mia impresa appena iniziata mi assalirono, ma cercavo di non pensarci, concentrandomi sul percorso da fare. Sotto la luce della luna camminai a lungo finché un bagliore azzurro all’orizzonte annunciò l’imminente arrivo del sole: avrei cercato di proseguire, fintanto che il suo calore non fosse diventato troppo opprimente. Secondo il racconto del nonno, ad un certo punto del percorso avrei dovuto accorgermi di qualcosa di diverso, ma non sapevo bene di cosa si trattasse: chissà cosa intendeva!?! Il sole aveva percorso il suo arco più volte e per il troppo camminare avevo le gambe ridotte a due pezzi di legno; sentivo tanto, forse troppo, distante il mio villaggio e la stanchezza cominciava ad essere veramente pesante; oltretutto una vocina nella testa mi ripeteva insistentemente di tornare indietro…
Decisi allora di accelerare il passo per “forzare” la situazione, ma sembrava tutto inutile; in alcuni momenti avevo persino l’impressione che il sole volesse farsi beffe di me, sfidandomi a rincorrerlo: forse stavo perdendo la mia lucidità… Camminavo talmente immerso in mille pensieri, da non accorgermi che qualcosa era apparso proprio sulla linea dell’orizzonte: sembrava un riflesso verde un po’ appannato e sperai vivamente non fosse solo una visione! Ad un tratto pensieri e fatica svanirono e cercai di raggiungere in fretta quella strana apparizione, finché finalmente quel riflesso verde si presentò in maniera chiara e inconfutabile ai miei occhi e mi svelò la sua natura: un suolo ricoperto di verde e rigogliosa erba. Rinvigorito di una nuova energia, raggiunsi l’ambita meta…una sensazione bellissima: i miei piedi affondavano nel morbido tappeto erboso! Dopo alcuni momenti di meraviglia e di soddisfazione, mi inoltrai cautamente in quel territorio lussureggiante: al mio passaggio la verde e viva vegetazione che incontrai sembrava salutarmi, ed ero talmente coinvolto ed eccitato dalla visione della natura circostante, che quasi andai a sbattere contro un enorme muro di pietra che mi si parò improvvisamente davanti. Stupito ed incuriosito da quello strano sbarramento volevo capire di cosa si trattasse e provai a seguire il suo tracciato… Costeggiai per un lungo tratto queste mura, nell’intento di trovare un’apertura o un qualcosa che mi permettesse di sbirciare al loro interno, ma sembravano impenetrabili. Decisi allora di scalarle arrampicandomici sopra e riuscii a raggiungere l’altro lato delle mura; alla mia vista comparve una cosa tanto incredibile quanto fantastica: in lontananza vidi un gruppo di persone che si divertivano e giocavano in un ampio bacino pieno d’acqua, tanta acqua quanta mai ne avrei potuta vedere in tutta la mia vita! Rimasi immobile ad osservare quella scena e stentavo a credere ai miei occhi: Danzanabbo esisteva per davvero e allora il nonno non era uno Iatupo come diceva la gente! Improvvisamente venni interrotto nelle mie riflessioni proprio dalle grida ostili di quelle persone, che nel frattempo si erano accorte della mia presenza. Subito arrivarono di corsa degli uomini che mi afferrarono e, strattonandomi, mi trascinarono via. Senza riuscire a capirne il motivo, venni rinchiuso in un luogo buio, dal quale non riuscivo né a vedere né a sentire cosa succedeva all’esterno.